Ruderi

RudereAbito in campagna e quando vado a fare footing passo davanti a diverse case, isolate, disperse, cadenti e me le immagino quando erano ancora abitate, tenute bene. Le storie che nascondono da quei muri fatiscenti; guardo i cortili e mi immagino la vita quotidiana di qualche decennio scorso. Storia passata e allontanata, la maggior parte della storia si perde, gente morta e cancellata senza traccia. Anche passeggiando per boschi a volte capita di trovare un rudere disperso, raggiungibile solo da un sentiero ormai impraticabile, dove tempo fà qualcuno ci ha passato la sua vita condividendo con quei muri gioie e dolori.

Svuotato

AnimaL’altra settimana ho suonato in jam session e come esperienza e’ stata bellissima e domani ripeterò. Mi ci sono voluti 3 giorni per rimettermi; era come se mi fossi svuotato dentro, mi sentivo un po’ un’involucro vuoto. Come se suonando la mia anima uscisse ed è rimasta nell’aria scomposta per diversi giorni per tornare pian piano.
Avevo letto da qualche parte come la leggenda del Jetlag, che durante il viaggio l’anima rimane indietro perche’ l’aereo va troppo veloce e ci vuole del tempo perche’ la nostra anima persa possa ricongiungersi al corpo; in questo lasso di tempo ci si sente stanchi, vuoti, confusi …

Un amico sassofonista

SassofonistaMi ricordo di un amico, una persona speciale, diversa da tutti. Suonava il sax e lo suonava per strada, sui marciapiedi chiedendo qualche moneta per campare. Musicalmente non era un granchè ma aveva un anima incredibile, ho avuto l’onore di suonare con lui una o due volte e mi è rimasto impresso, poi per un po’ non l’ho più visto.
Un giorno qualsiasi me lo ritrovo in ufficio che cercava lavoro, lo avvicino, lo saluto, ci scambiamo due battute e l’aiuto a chiedere la domanda di impiego; lui la guarda e non ci capisce molto su quello che deve scrivere. Gli dico di scrivere nome congome ecc… insomma le solite cose e poi di scrivere quello sapeva fare, dei vari lavoretti che aveva fatto. Lui mi rassicura che aveva capito e si mette a scrivere, lo saluto e gli dico di venire a suonare qualche volta.
Dopo mezzora ripasso di li’ e vedo ha lasciato sul banco la sua domanda… c’e’ scritto nome,congnome il suo indirizzo e sotto in grande VI VOGLIO BENE.
Sono rimasto li’ come un babbeo con gli occhi lucidi, lui si che era speciale.
Qualche mese dopo vengo a sapere che è morto in un incidente stradale, finito giù da un ponte in costruzione.

Viola

ViolettaOggi sono andato a correre e andando per la campagna mi sono trovato su una strada isolata, non c’erano piu’ case ma solo una lunga, dritta e stretta strada che scompariva dopo qualche km immergendosi nella foschia.
Continuavo a correre pian piano tenendo il ritmo e sentendo il freddo tagliente sulla faccia e sulle mani che pero’ non ne soffrivano perche’ il mio corpo era in moto e sbuffando come un treno a vapore avanzavo sopra questo binario di asfalto verso il nullla.
La luce era fioca e tendeva sempre a diminuire e la foschia aumentava riducendo sempre di piu’ il cerchio attorno a me, il mio mondo diventava sempre piu’ piccolo e sempre piu’ solo e unico.
A lato del fosso ho visto un punto blu che ha attirato la mia attenzione; ho guardato meglio ed era una viola, manca un giorno da capodanno e trovo una viola? Io nel mio cerchio e la viola, sicuramente lei era fuori posto… o ero io? Mi disse che forse era fuori dal suo tempo e che se non si tenta non si saprà mai se si può riuscire. Lei ha voluto tentare ed dopo tante difficolta’ e’ uscita, si e’ messa alla prova e in quel filo di luce ma all’interno del mio cerchio lei splendeva, splendeva come non sarebbe mai potuta splendere in qualsiasi periodo dell’anno.
Mi sentivo il padrone di quel posto, all’interno del cerchio avrei potuto essere un imperatore e creare il mio regno, ormai ero fermo e dovevo decidere sul da farsi; potevo costruire li’ il mio regno del cerchio, dove nessuno sarebbe mai arrivato. Non c’era piu’ tempo, ho urinato a fianco della viola, ho lasciato il mio segno sul mio territorio e ho proseguito finche’ tutto e’ scomparso alle mie spalle.

Natale

Finalmente Natale, nei giorni scorsi mi sono adeguato a volte bene e a volte male alle “cerimonie” che si devono fare quando si arriva alle feste.
Il consueto congedo al lavoro dove si festeggia qualcosa che non ho ancora capito, ascoltando parole vuote e sentirsi ancora una volta fuori posto, fuori da quel luogo dove poco c’e’ in comune con la mia vita. Mi ritrovo da solo a pensare perchè tutti si divertono e sono a loro agio a parlare del vuoto pneumatico; quindi mi fermo in disparte fissando l’orologio aspettando che venga effettivamente una combinazione di lancette vincente che mi consenta di mettere quanti piu’ metri possibili tra me e questa bolgia.
A parte questo Buon Natale oggi sono in pace con me stesso, sono con la mia famiglia e telefono ai miei amici con i quali riesco a trovare sempre un argomento interessante di conversazione…. e tutto questo è piacevole….

Buon Natale

Sassofonista

SassofonistaFinalmente ho incorniciato un quadro che ha fatto mia mamma, è un sassofonista fotografato anni fa’ in un viaggio a New York. La cornice lo fatta io a mano utilizzando dei compensati e non mi sembra venuta male, comunque il pezzo forte e’ il quadro fatto con una tecnica mista di acquerello e olio.

Quelli di la’ stanno meglio

StradaIn una via c’erano gli abitanti sul marciapiede di sinistra che avevano il sole in camera al mattino e gli dava fastidio perche’ quando aprivano gli scuri il sole gli sbatteva nei denti e non e’ piacevole quando ancora non hai realizzato di essere vivo. Quindi invidiavano quelli che avevano la casa dall’altra parte della strada perchè al mattino le loro camere erano oscurate dal sole diretto dalle case sulla sinistra, mentre alla sera potevano godersi il sole in cucina o in veranda.

Gli abitanti sul marciapiede di destra invidiavano quelli che avevano preso casa dall’altra parte dellla strada, perche’ loro al mattino potevano essere baciati in viso quando si alzavano mentre loro si ritrovavano come paesaggio una casa di fronte e una strada puzzolente nel mezzo. Tra l’altro alla sera avevano il sole in cucina, dove dovevano per forza almeno tirare le tende perche’ il sole sul tavolo mentre mangiavano era proprio fastidioso e se gli voltavano la schiena dopo qualche minuto avevano la schiena bollente… e mentre si mangia non e’ bello.